Agostino Busti detto il Bambaia, Statua giacente di Gaston de Foix, marmo di Carrara, 1517-1522 (n. inv. 1433)
La figura giacente, ossia gisant, fa parte del sepolcro commissionato da Francesco I, re di Francia, in onore di Gaston de Foix morto nella battaglia di Ravenna poco più che ventenne nel 1512. Il monumento era destinato alla chiesa di Santa Marta, un tempo situata nell’odierna piazza Mentana a Milano, luogo di culto prediletto dall’aristocrazia filofrancese. Risale al 1517 il documento che fa cenno “all’archa superba”, ma pochi anni dopo il lavoro venne interrotto, causa la caduta del dominio francese. Nel XVII secolo e poi nel corso del XIX secolo avvenne la dispersione dei numerosi elementi del sepolcro acquisiti da privati e da collezioni pubbliche (Milano, Pinacoteca Ambrosiana; Torino, Palazzo Madama; Londra, Victoria and Albert Museum). Grazie all’acquisto dei marmi appartenuti alla famiglia Arconati, dal 1990 il Castello Sforzesco conserva il nucleo più ragguardevole costituito dal gisant, dalla serie di apostoli e di figure allegoriche e dai rilievi narrativi che fissano in modo magistrale nel marmo le gesta del condottiero (sale IX, XV).
La Statua giacente di Gaston de Foix è riconosciuta come capolavoro di Agostino Busti, il più autorevole interprete del Rinascimento lombardo. La capacità virtuosistica nel trattare la superficie del marmo è confinata alle parti accessorie e la sapienza dello scultore emerge nella serena, classica compostezza che impronta il volto dell’eroe francese.