Bonino da Campione e collaboratori, Arca di Bernabò Visconti, marmo con tracce di doratura e policromia, 1360-1385/1386 circa (n. inv. 733 bis)
L’armoniosa compostezza del monumento, la qualità dei dettagli scultorei e la profusione dell’apparato decorativo, dove la foglia d’oro riveste pressoché in modo totale il marmo, rendono l’opera un capolavoro della statuaria lombarda. Bernabò Visconti (1323-1385), in sella al suo imponente destriero con in mano il bastone, è affiancato dalle figure allegoriche della Giustizia e della Fortezza. Il gruppo, un unico blocco di marmo di Candoglia, fu commissionato dallo stesso entro il 1363. Alla sua morte, il nipote Gian Galeazzo ordinò di completare l’arca assemblando un sarcofago scolpito da maestranze campionesi e rimontando le varie parti nella chiesa palatina di San Giovanni in Conca.
L’attribuzione dell’opera a Bonino da Campione nelle sue fasi successive resta la più autorevole. All’artista si deve la progettazione e l’esecuzione degli elementi figurativi dell’Arca di Cansignorio della Scala (Verona, Arche scaligere), fratello di Beatrice della Scala, consorte di Bernabò, la tomba della quale è tradizionalmente identificata nel monumento esposto nella II sala (n. inv. 858), anch’esso proveniente da San Giovanni in Conca.