Agostino Busti detto il Bambaia, Madonna Taccioli

Agostino Busti detto il Bambaia, Madonna Taccioli, marmo, 1522 circa (n. inv. 1999)

Vari passaggi di proprietà hanno segnato le vicende del gruppo scultoreo in origine collocato al culmine del sepolcro Birago commissionato nel 1522 (Milano, San Francesco Grande; ora Isola Bella, collezione Borromeo). Acquistata per il Museo nel 1999, l’opera raffigura la Madonna con il Bambino, ma il riconoscimento del soggetto non è scontato. Mancano, infatti, gli attributi religiosi e l’impostazione della figura femminile rammenta gli esemplari della statuaria romana.

Benché il soggiorno nella città capitolina non sia documentato, l’artista ebbe modo di studiare gli esemplari classici, assimilando inoltre la lezione tecnica e poetica di Michelangelo Buonarroti. I risultati si colgono nella complessa disposizione dei panneggi “all’antica” e nel riuscito effetto monumentale delle figure. La maestria nel trattare il marmo, superando le difficoltà tecniche della materia con risultati virtuosistici, ha i suoi punti più alti nella modellazione dell’epidermide e nella resa quasi trasparente del velo. La base reca al centro la Testa di Medusa urlante la cui qualità scultorea richiama il cesello di coevi lavori realizzati dagli orafi lombardi.